Lo stemma
Lo stemma del Comune, oltre a rappresentare il monte ed il lago, ricorda nella mitria il periodo in cui Pescate fu sotto il Monastero di Sant’Ambrogio di Milano (dall’835) e, nel trofeo d’armi, le numerose battaglie che nel Medioevo si succedettero nel territorio comunale.
Cenni Storici
Pescate, un paese tra lago e monte, racchiuso tra il Parco del Monte Barro e Il Parco Adda Nord. Un lembo di terra di notevole interesse paesaggistico-ambientale, in cui convivono e si fondono gli aspetti naturalistici del lago, con i suoi parchi attrezzati, e del monte, con i suoi sentieri che percorrono le pendici del Barro. Pescate gode di una collocazione geografica favorevolissima e di una invidiabile cornice paesaggistica; le montagne che la circondano ed il lago su cui l'abitato si specchia, costituiscono i due elementi di maggior richiamo. In questi luoghi Alessandro Manzoni ambientò il suo romanzo storico "I Promessi Sposi". Questo piccolo centro, situato alle porte di Lecco, affonda le sue radici in tempi lontani: era infatti già abitato all'età della pietra mentre il periodo romano è testimoniato dalle tombe con anfore cinerarie, padelle e mestoli in bronzo, ritrovate il secolo scorso e risalenti al I sec. a.C. Lo stemma del Comune, oltre a rappresentare il monte e il lago, ricorda nella mitria il periodo in cui Pescate fu sotto il Monastero di Sant'Ambrogio di Milano (dall'835) e, nel trofeo d'armi, le numerose battaglie che nel Medioevo si succedettero sul territorio comunale. In quel periodo, nel 1158, a Pescate soggiornò Federico Barbarossa, Imperatore di Germania, durante una delle sue numerose scorribande nell'Italia settentrionale.
Il Lago
"Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene ininterrotte di monti...". "...e l'Adda ricomincia, per ripigliar poi il nome di lago dove le rive, allontanandosi di nuovo lascian l'acqua distendersi e rallentarsi in nuovi golfi e in nuovi seni". Questi luoghi, liricamente descritti dal Manzoni nei Promessi Sposi, luoghi che gli si rinchiusero nel cuore durante la sua giovinezza, sono ancora lì, con i seni e i golfi di quel lago su cui si specchia l'abitato di Pescate sulle cui sponde approdò la barca della fuga notturna di Renzo e Lucia. Da Pescate chi si sofferma a guardare il lago e l'opposta sponda ha davanti a sè uno scenario fantastico che il Manzoni definì "uno dei più belli del mondo..." con quel monte Resegone "dai molti suoi cocuzzoli in fila" e con i suoi unici tramonti. Il lago, che fa parte del Parco Regionale "Adda Nord", ha ancora intatto il suo fascino e anche se necessita di cure, di salvaguardia e di valorizzazione è, come sempre, un elemento inscindibile del territorio pescatese.
Il Monte
Dove finisce il lago, dopo una stretta striscia di terra su cui si adagia l'abitato di Pescate inizia la montagna. Il monte Barro, divenuto Parco Naturale Regionale, è un elemento inscindibile del paesaggio pescatese. Sulle sue pendici, ricche di storia, vi è una flora particolarmente rigogliosa e formata da rari esemplari che si salvarono dal periodo glaciale in quanto la parte più alta del monte, emergendo dai ghiacci, li conservò fino ai giorni nostri. Sulle pendici del Barro si dipartono numerosi e facili sentieri e dalla sua cima si gode un magnifico panorama sulle Prealpi, sulle Alpi e sui laghi della Brianza. Sul Monte Barro recenti scavi archeologici hanno portato alla luce numerosi edifici e interessanti reperti di età gota (fine del V e prima metà del VI secolo) facilmente visitabili.